Definiamo ansia da prestazione quell’ansia, quella preoccupazione che ci viene all’idea di dovere fare qualcosa o mentre stiamo facendo qualcosa.
E’ ovvio quindi che è un fenomeno che ci può capitare in tantissime circostanze di vita e, non da ultima, in relazione ai rapporti sessuali.
Negli ultimi decenni si è verificato un vertiginoso aumento dell’ansia da prestazione soprattutto negli uomini rispetto alla sfera sessuale (anche se si registrano vari casi anche nelle donne). L’accesso più facile alla pornografia e il differente vissuto della sessualità femminile sono certamente parte in causa rispetto a questo aumento. Da un lato la pornografia, spesso fin dalle prime esperienze sessuali, suscita inevitabili confronti con i porno-attori. Questo crea l’aspettativa di dovere essere all’altezza delle performances che vengono visionate creando una forte pressione psicologica dovuta alla paura di non farcela. In più oggi le donne, più consapevoli del proprio corpo e della propria sessualità, hanno giustamente iniziato a rivendicare il diritto al loro piacere per cui hanno iniziato a manifestare desideri e bisogni che fino a qualche decennio fa erano celati. Questo ha suscitato negli uomini alcune aspettative o paure legate al “bisogno di soddisfare la partner” (cosa di cui un tempo nessun uomo si preoccupava).
Di recente, inoltre, la richiesta sempre più frequente di fecondazione assistita è intervenuta in taluni casi come ulteriore elemento correlato a fantasmi e paure legate alla propria performace sessuale.
PERFORMANCE…
….è proprio in questa parola racchiuso il senso e la spiegazione legata all’aumento dell’ansia nei rapporti sessuali.
La sessualità viene oggi spesso vissuta e sentita dalle persone come “qualcosa da fare” più che “qualcosa da vivere”. E’ una prestazione a cui occorre dare un buon risultato, una prova in cui fare bella figura alla stregua di un esame, una gara, un lavoro….
Il problema però è che “non basta” essere bene preparati, essere allenati o “sapere fare” perché i meccanismi alla base dei processi di eccitazione e orgasmo toccano sfere psicologiche e fisiologiche che non sono controllabili, del tutto, dalla volontà.
Ecco perché l’ansia da prestazione può arrivare a stratificare una base per l’emergere di problematiche sessuali quali il deficit erettile, l’eiaculazione precoce, l’eiaculazione ritardata o problematiche legate alla carenza di desiderio sessuale.
Che fare quindi se si sviluppano questi problemi?
La soluzione è anch’essa contenuta nella parola che riveste il problema: se il problema è la prestazione, la soluzione è la “non-prestazione”. Questo significa che occorre fare un percorso interno che riporti alla capacità, alla possibilità di “vivere il sesso” e non di “fare sesso”. Un percorso che ci aiuti ad ascoltare o a tornare ad ascoltare, le sensazioni che il nostro corpo ci trasmette a contatto con il corpo dell’altro, imparando a fidarci e a seguire queste stesse sensazioni in qualunque luogo ci portino. Un percorso che ci aiuti a smettere di pensare, in quei momenti, a ciò che “va fatto” per riportarci a ciò che stiamo vivendo e sentendo, che ci consenta, quindi, di spegnere i pensieri, la razionalità per “stare” sulla nostra sensorialità.
Cosa sento quando mi sfiori? Cosa senti quando ti sfioro? Come reagisce il mio corpo? Mi piace il tuo odore, il tuo sapore?
….Al posto di….
Ce la farò a soddisfarla? Riuscirò a durare abbastanza a lungo? Si aspetterà da me che duri come il suo ex? Avrò l’orgasmo?
Occorre acquisire la capacità di essere meno controllanti e vigili rispetto a ciò che si sta facendo, smettere di fare verifiche continue sulla propria erezione o il proprio orgasmo a favore di un maggiore contatto interno con ciò che accade nel corso dell’incontro sessuale.
Questo tipo di percorso è possibile sia se la persona ha sperimentato solo il vissuto legato all’ansia da prestazione (quindi la tensione e la preoccupazione connesse alla pura del non farcela) sia se si sono già manifestati sintomi come il deficit erettile, l’eiaculazione precoce, la mancanza di desiderio, l’eiaculazione ritardata o assente.
Un’ultima nota molto importante….
L’ansia da prestazione non è una malattia mentale. Anche se vi siete recati dall’andrologo/urologo perché essa ha prodotto disagi ben specifici (quali deficit erettile, l’eiaculazione precoce, la mancanza di desiderio, l’eiaculazione ritardata o assente) ed egli vi ha detto che non vi è nulla di fisico che non va in voi ma che il vostro problema “è mentale” non traete la conclusione di avere sviluppato una patologia psichica. E’ vero l’ansia da prestazione è un disagio di tipo psicologico, un disagio legato alla paura di non farcela, di fare brutta figura, che crea un circolo vizioso che può arrivare ad inficiare i meccanismi fisiologici legati all’eccitazione, al desiderio, all’orgasmo. Ma come stato di insicurezza va pensato e trattato in terapia sessuologica, non come patologia mentale.
Dott.ssa Patrizia Simoni
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa